Già quest’estate assaggeremo i primi frutti dai nostri campi… il resoconto di come si sono sviluppati fino ad ora:

I primi di Marzo sono arrivate le piante per costituire il nostro impianto di piccoli frutti e il frutteto. Durante i pochi giorni tra il loro arrivo e la messa a dimora abbiamo tenuto le piante, che sembravano poco più che mazzi di rametti secchi, al buio e al fresco della cantina per evitare un eventuale essiccamento delle radici, o un germogliamento precoce. Sono state tutte piantate entro Pasqua, pronte a godere del tempo mite e soleggiato dell’inizio di Aprile. Fin da subito si sono sviluppati piccoli germogli sui tralci, buoni segni di crescita.

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le piante a radice nuda prima di essere impiantate

Questo progetto ha avuto inizio più di un anno fa con la ricerca e la scelta delle specie e varietà di piante che avremmo voluto coltivare. Nella scelta non bastava semplicemente seguire i nostri gusti: ci sono letteralmente migliaia di cultivar per ogni specie di pianta con sapori ed aspetti molto variegati; ciascuna matura in un periodo diverso – e sono adatte a microclimi diversi. La nostra priorità è, innanzitutto, di coltivare frutta buona e sana, ma anche di allevare piante idonee all’ambiente della nostra zona, con maturazione in periodi scalati nel tempo per poter gestire meglio la raccolta e la lavorazione, e per estendere il periodo potenziale di raccolta da Maggio fino a Settembre. Quindi, con il prezioso aiuto e tanti consigli dei nostri fornitori, Vivai Molari e Gatti, e il vivaio Panacea (info e catalogo panaceapiante@gmail.com), siamo arrivati a definire l’idea che adesso abbiamo finalmente realizzato! Ovvero…

L’impianto dei piccoli frutti

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le nostre piante: uva giapponese, mirtillo Bluecrop e mora Chester

Cosa coltiviamo:
Su un impianto di poco più di 3000mq coltiviamo 4 specie diverse di piccoli frutti: lamponi, uve giapponesi, more, e mirtilli. Una tabella completa con le descrizioni di tutte le nostre varietà sarà pubblicata tra pochissimo sulla pagina il progetto. Per ogni specie, ove possibile, abbiamo scelto più varieta, di cui almeno una matura relativamente presto nella propria stagione, e una con una maturazione relativamente tardiva. Oltre a piantare qualche varietà più famosa e affidabile come il lampone (Rubus idaeusGlen Ample, la mora (Rubus ulmifoliusChester ed il mirtillo (Vaccinium myrtillusBluecrop, ci siamo lanciati a sperimentare anche varietà piuttosto innovative o meno conosciute come la nuovissima cultivar di lampone sviluppato dai Vivai Molari e Gatti in Trentino: l’Enrosadira; le more giganti, succose e dolci Triple Crown; e anche l’uva giapponese (Rubus phoenicolasius), una specie simile al lampone tradizionale, ma con un sapore particolare e leggermente più aspro. Il suo sapore distintivo è buono sia direttamente dalla pianta che in una crostata, come marmellata, e sopratutto come gusto di gelato!

Alcune cose tecniche:
Anche se sono più difficili da trovare rispetto alle piantine in vaso, ove possibile per i piccoli frutti abbiamo optato per le piante a radice nuda. In confronto a quelle vendute in vaso, le piante a radice nuda tendono di avere maggiori masse radicali, e di attecchire più velocemente. Tuttavia, sono molto più sensibili al clima, quindi abbiamo dovuto realizzare l’impianto in un periodo primaverile, dopo le ultime gelate, ma in anticipo sui primi giorni davvero caldi. Le piante in vaso, invece, sono più resistenti e si può quindi impiantarle in qualsiasi momento dall’inizio di primavera fino alla fine dell’autunno.

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l’impianto di piccoli frutti con mirtilli in vaso

Per il sesto impianto, abbiamo tenuto i 2.3 metri tra ogni filare solo ai fini di uniformarci allo schema del nostro vigneto. Alle uve giapponesi e le more serve ampio spazio sul filare, quindi le piante sono state messe a dimora ad una distanza di 1.5 metri a vicenda. Ai lamponi, invece, servono solo 40cm. Quest’anno abbiamo lasciato 80cm tra ogni pianta per permetterle di raddoppiarsi negli anni seguenti, curandoci dei nuovi tralci che si sviluppano dalla pianta originale, e arrivando in ultimo ad una distanza di solo 40 centimetri da una pianta all’altra. I nostri mirtilli rimangono fuori terra in grandi vasi da 80 litri. I mirtilli hanno bisogno di terra relativamente più acida della nostra, quindi, tenendole nei vasi possiamo controllare il PH e garantirgli le condizioni adeguate alla loro crescita.

Nel 2015 ci aspettiamo una raccolta minima di piccoli frutti – limitata ad alcuni lamponi e dei mirtilli. Sacrificando una raccolta più grande ed immediata, abbiamo scelto di potare rigorosamente le nuove piante per lasciarle rafforzarsi, per regalarci con un po’ di fortuna un buon raccolto nei prossimi anni.

Il frutteto

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gli astoni del frutteto: il ciliegio Ferrovia, l’albicocco Bergeron e il susino Stanley

Cosa coltiviamo:
Proprio all’ingresso della cascina, abbiamo piantato 2000mq di frutteto misto: ciliegi, albicocchi, susini, peschi e meli – con almeno due varietà diverse per ogni specie. Una tabella con le descrizioni di tutte le nostre varietà di frutta sarà pubblicata tra pochissimo sulla pagina il progettoPer alcuni alberi di frutta come il melo e il pesco, bastano il vento, insetti, e il giusto tempismo per ottenere la piena fertilizzazione. Invece per altri, come il ciliegio, il susino e l’albicocco, ogni varietà ha bisogno di un’altra varietà impollinatrice specifica per poter sviluppare i frutti. Dunque, nell’individuare le varietà per il nostro frutteto, oltre a pensare al gusto dei succhi, delle marmellate e dei dolci, abbiamo dovuto prestare attenzione a scegliere varietà compatibili con un’impollinazione completa. 

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l’impianto a quinconce del frutteto

Alcune cose tecniche:
Abbiamo scelto un sesto impianto a quinconce con forma di allevamento a vaso con tre branche. Questo tipo di allevamento – oltre ad appagarci esteticamente – ci permetterà di potare gli alberi e raccogliere la frutta in modo non meccanizzato, dal momento che l’altezza di ogni albero non supererà i 2.5 metri.

Importante per la forma di allevamento è anche la scelta del portainnesto. Per ogni specie, ci sono tanti portainnesti diversi con vantaggi e svantaggi in base al tipo di allevamento scelto. Per il nostro allevamento a vaso, usiamo portainnesti che, pur essendo relativamente deboli e bisognosi di pali di sostegno per i primi anni, daranno buone efficienze produttive nel lungo termine, e, soprattutto, gli alberi raggiungeranno dimensioni ideali per la raccolta e gestione manuale che vogliamo attuare. Per vedere i portainnesti usati per ogni varietà, vedete la tabella dei prodotti che sarà pubblicata prossimamente nella pagina il progetto. Grazie ancora al vivaio Panacea (panaceapiante@gmail.com) per i loro consigli nelle scelte dei portainnesti.

I lamponi e mirtilli stanno già mostrando segni di frutta, quindi tenete occhio alla nostra pagina facebook per info su come venire ed assaggiare da noi!

Nello scrivere questo articolo, oltre ai link inclusi nel testo, è stato consultato: Rovetta S. e Rigo G. (2011), Il Frutteto: manuale tecnico pratico di coltivazione, Provincia di Bergamo; Direzione Generale Agricoltura (n. 66 – luglio 2007) La coltivazione dei piccoli frutti per la valorizzazione delle aree, Regione di Lombardia; plantgest.it.